Anche se la primavera è sempre il periodo in cui ai giardinieri “prudono le mani” e tutti corrono ad acquistare e sistemare nuove piante, in realtà in Italia novembre è il periodo ideale per i nuovi impianti.
Alla fine dell’autunno il suolo è ancora tiepido, ma le piante stanno andando a riposo: possono essere posizionate riducendo lo stress alle radici che potranno comunque assestarsi ancora per un mese abbondante prima che arrivi il freddo.
L’autunno è anche, o almeno dovrebbe essere, una stagione di piogge che contribuiranno a stabilizzare il terreno e aiuteranno le radici ad ambientarsi.
In questo modo, la primavera successiva, alla ripresa vegetativa, le piante saranno già nella nuova posizione, pronte a svilupparsi e a fiorire.
Queste considerazioni hanno naturalmente alcune eccezioni: giardini di montagna, con inverni molto freddi, oppure piante particolarmente sensibili all’umidità e al marciume: in questi casi è meglio effettuare l’impianto in primavera, che in montagna significa quando il terreno non è più gelato. E ovviamente non si piantano in autunno le specie annuali (sembra banale, ma è meglio specificare).
Per quanto riguarda le erbacee perenni, la scelta se piantare in autunno o in primavera dipende sia dalla rusticità della pianta sia dal clima del luogo: se la pianta è molto rustica e il luogo non è caratterizzato da inverni molto rigidi, possiamo effettuare una messa a dimora autunnale, in caso contrario è più sicuro attendere la primavera. Naturalmente sceglieremo la primavera anche nel caso di divisione e trapianto di esemplari già presenti in giardino.
Qui mi concentrerò su arbusti e alberi, che oltretutto hanno un’aspettativa di vita decisamente più lunga e per i quali è utile e conveniente adottare tutte le precauzioni per uno sviluppo sano e felice.
Dato che una pianta, a differenza di un animale, cresce e muore nello stesso luogo e non può spostarsi, è fondamentale dedicare un po’ di tempo e fatica non solo nello scegliere le piante adatte alla sistemazione, ma anche a preparare la buca di impianto.
Qualche anno fa, con l’Associazione Mastri di Giardino avevamo organizzato un Campus dedicato a questo argomento, Piantala. Eravamo nella bellissima cornice di Villa Boccella a Lucca e avevamo parlato di attrezzi (a mano), modalità di preparazione del terreno, scavo della buca e ancoraggio di giovani alberi in caso di situazioni esposte al vento.
Senza pensare di ripetere in un post il contenuto di tre giorni di corso, e nemmeno di riassumere il contenuto di testi dedicati, vorrei soltanto evidenziare alcuni punti importanti.

- Scelta del sito / della pianta – è sempre utile sottolineare il fatto che sito e pianta devono essere valutati insieme. I giardinieri molto bravi possono fare esperimenti per verificare ed estendere i limiti di temperatura, esposizione, tipo di terreno e umidità/disponibilità di acqua in cui coltivare una specie o una varietà; lo fanno in modo consapevole, sapendo di rischiare eventualmente la perdita della pianta. I giardinieri “normali”, come me, dovrebbero sempre stare sul sicuro: in base al sito e al particolare microclima di ogni punto del giardino, scegliete le piante più adatte.
- Preparazione del terreno – la zona di impianto deve essere il più possibile libera da infestanti, che andrebbero in competizione con la nuova pianta e ne limiterebbero l’accesso ai nutrienti; è utile usare una zappetta per rimuovere le infestanti e le loro radici. Questa operazione preparerà e arieggerà anche lo strato superficiale dell’area. Se dovete invece piantare una striscia, un attrezzo molto utile per preparare il terreno è la grelinette; cercate sul web dove trovarla e come usarla.
- Scavo della buca – idealmente la buca deve essere larga il doppio del pane radicale (o del vaso) e profonda una volta e mezzo; mettete da parte la terra e assicuratevi che il fondo e le pareti della buca siano ben smosse e morbide, aiutandovi con i denti della zappetta
- Preparazione delle radici – se la pianta è a radice nuda, oppure in un sacco di plastica con le radici racchiuse nella segatura, fatele una coccola: immergete le radici per almeno un’ora o due in un secchio con acqua e compost ben maturo; se non avete compost (male!) usate due manciate della terra tolta dallo scavo della buca; se invece è in vaso, estraete il pane radicale dal vaso e osservate le radici: la situazione ottimale è che non siano strette e aggrovigliate, ma si intravedano fra il terriccio. In questo caso, liberatele e allargatele delicatamente. Se invece non fosse così e fossero, purtroppo, tutte compresse nel vaso, provate ad immergere tutta la zolla nel secchio, come indicato sopra, in modo da liberarle e agevolare il loro sviluppo in larghezza
- Messa a dimora – preparate il materiale di riempimento mescolando alla terra estratta del compost maturo (se non avete compost utilizzate del terriccio e una manciata o due di concime a lenta cessione); mettete sul fondo della buca uno strato di materiale e posizionate il pane radicale (o le radici) in modo che il colletto della pianta sia allo stesso livello del suolo; poi riempite con altro materiale; comprimete con le mani il materiale sulla parte esterna della buca, per non soffocare le radici. Completate con un’irrigazione abbondante e poi coprite con abbondante pacciamatura di protezione per l’inverno (attenzione, lasciate qualche centimetro libero intorno al colletto).

inzaffardatura delle radici
A conclusione di questo post lungo e noioso, un suggerimento: visitate i vivai in autunno per acquistare alberi e arbusti. Lo so che in tarda primavera tutto è bello e fiorito, e infatti la maggior parte delle mostre-mercato sono in primavera, ma è anche il momento peggiore per mettere a dimora le piante.
Piuttosto, fate un giro alle mostre per conoscere le piante e farvi aiutare a sceglierle, ma acquistatele in autunno. Molti vivai spediscono a casa, in particolare gli arbusti, anche a radice nuda; oppure organizzate una gita e andate a prendere il nuovo abitante del vostro giardino.