
Finalmente l’autunno!
Ma cosa si può dire per evitare i luoghi comuni legati ai colori, alle bacche, ai frutti?
In questo periodo io pianto: è l’occasione per analizzare con occhio critico le composizioni esistenti e fare gli inserimenti o gli spostamenti che mi sembrano adatti.
Chissà perché, ma posso pensare 10 volte a un gruppo di piante, ogni volta apportare delle modifiche e poi, al momento di scavare, mi trovo a fare qualcosa di leggermente diverso.
In questo cado, per fortuna non troppo spesso, in un errore credo comune: sbaglio le distanze di impianto, cioè pianto troppo vicino. E dire che sulla carta sono fin troppo generosa, lasciando molto spazio alle piante, quasi come augurio di veloce e abbondante sviluppo; ma poi, quando ho i vasi in mano, le piantine mi sembrano sempre troppo distanti fra loro e le avvicino un po’.
Sarà perché sono sempre un po’ avara con la pacciamatura, non diserbo chimicamente e dopo un po’ mi stanco di preparare il terreno con la zappetta per togliere le infestanti preesistenti; spero quindi che con una maggiore densità la prossima primavera il lavoro di diserbo manuale fra le nuove piante sia un po’ ridotto. Pia illusione!

Dato che il mio giardino attuale è ancora giovane, sto piantando soprattutto arbusti: è una situazione un po’ frustrante, perché devo lasciare spazio per la crescita e non posso ancora piantare le tappezzanti (erbacee perenni) in quanto durante i primi 2-3 anni lo spazio intorno agli arbusti cambierà moltissimo.
La soluzione corretta sarebbe quella di diserbare ben bene e tappezzare in modo transitorio con annuali, meglio se da seme la prossima primavera, in modo da coprire il terreno nel periodo iniziale, far crescere un po’ gli arbusti e successivamente pensare alle tappezzanti “definitive” (come se in un giardino esistesse qualcosa di definitivo)
In questo modo è possibile aggiungere gradualmente, anno dopo anno, i vari elementi del puzzle compositivo, limitando il numero di trapianti e spostamenti.
Questo è come si dovrebbe fare …
