Voce del Canavese – Marzo

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 (pubblicato su La Voce del Canavese del 19/03/2012)

Marzo – Bergenia e Arum

Avevo già scritto il pezzo per questo mese, descrivendo una pianta che sarebbe potuta star bene nella siepe per bacche di cui ho parlato il mese precedente, poi lo scorso venerdi’ è successo un episodio che mi ha fatto cambiare idea.

Era uno di quei meravigliosi giorni di sole di inizio mese, in cui la primavera si sente in modo chiarissimo ed evidente. I crochi cominciano a fiorire e anche i tulipani cominciano ad emergere dalla terra o dalla pacciamatura messa a proteggere le aiuole.

Anche se i lavori di inizio stagione, a causa del freddo e della neve di febbraio, erano molto in ritardo, mi ero un po’ stufata di pulire, rinvasare, dividere, trasportare cassette e mettere in ordine. A quel punto mi è cascato l’occhio su alcune piante di Arum italicum in vaso; erano risultato di divisione fatta l’autunno precedente da una pianta regalata da un’amica. Al momento non avevo idea di dove metterli e li avevo sistemati in vasi, in attesa di una buona idea.

E di colpo l’idea è venuta, insieme al desiderio fortissimo di piantare qualcosa che coglie sempre in primavera.

E’ vero, lo dico a tutti, è meglio piantare in autunno: le piante stanno entrando nella fase di riposo, la terra è ancora calda, e se si è fortunati le piogge autunnali aiutano la zolla ad assestarsi prima dell’inverno. All’arrivo della primavera, quando la pianta si risveglia, è come se si fosse già ambientata e la sua ripresa è più rapida. Però.

Però quando arrivano le prime giornate di sole di febbraio o marzo, la voglia di mettere le mani nella terra è irresistibile; le gemme che si gonfiano, il terreno non più gelato su cui l’erba comincia a diventare un po’ più verde, i “nasini” dei bulbi che spuntano, l’aria che comincia a scaldarsi e a profumare di fresco e di buono.

E allora devi piantare qualcosa.

Io ho finalmente piantato i miei Arum creando una piccola macchia insieme a delle Bergenie che avevo, correttamente, piantato lo scorso autunno.

Per chi non conosce gli Arum: sono delle erbacee con radice tuberosa, grandi foglie lucide verde scuro a forma di punta di lancia, con un effetto come marmorizzato, persistenti tutto l’inverno, da cui emerge in primavera una spighetta di fiorellini crema. A questo punto le foglie avvizziscono e dalle spighe fiorali si formano delle bellissime bacche rosse in autunno, insieme alle foglie nuove che resteranno tutto l’inverno.

Si trovano con grande facilità naturalizzati nei boschi e sotto gli alberi lungo le strade, anche se io li ho visti per la prima volta ai piedi di una siepe in un giardino in Toscana.

E’ più difficile trovarli nei vivai, e io sono stata così fortunata da riceverli da un’amica. Nei libri e riviste inglesi viene sempre citata una varietà, Arum italicum Marmoratum, con foglie screziate di bianco-crema, un po’ più facile da trovare, anche se non molto.

Tempo fa, in un libro, avevo visto un bellissimo accostamento di Tiarella e Arum, in cui il contrasto fra le foglie rosso opaco della Tiarella e quelle verde lucido dell’Arum creava l’effetto di un tappeto sontuoso. Io non avevo a disposizione le Tiarelle, o delle Heuchere con cui sostituirle, così ho scelto di accostare i miei Arum alle Bergenie, che avevo già piantato con l’intento di creare una macchia ai piedi di alcuni esemplari di Amelanchier. L’effetto sarà ovviamente diverso rispetto a quello del libro, perchè la Bergenia ha delle foglie cuoiose, spesse e dense. Ma dovrebbe comunque essere un tappeto ondulato, denso e con colori sontuosi, in autunno e inverno, alla base dei mei alberelli dal tronco nudo.

Entrambe le specie hanno due grandi vantaggi: accettano qualsiasi esposizione, anche le più infelici e ombrose, e mantengono le foglie durante l’inverno. Possono quindi essere usate per creare delle macchie di colore in angoli un po’ infelici nei mesi più tristi.

Adesso che vi ho descritto le bellezze e le qualità dell’Arum, andate a cercarlo nei boschi o lungo le strade ma assolutamente non rubatelo! Piuttosto cercate anche voi un conoscente attento, esperto e generoso, che vi offra un esemplare il prossimo autunno.