Come al solito, non è detto che il nome tradizionale di questo periodo corrisponda alla realtà locale o di ogni anno.
E’ comunque possibile che l’inverno cominci a farsi sentire, con temperature notturne sotto lo zero e, quindi, magari una prima spolverata di neve (ovviamente in pianura, perché in montagna la neve sarà già in arrivo in modo deciso).
I lavori principali in giardino riguardano i preparativi per il prossimo grande freddo.
Chi ha un impianto di irrigazione, deve ricordarsi di chiuderlo e svuotare i tubi; analogo intervento per eventuali rubinetti esterni.
Le piante delicate devono essere protette con un velo di tessuto non-tessuto ben legato in modo da non essere smosso dal vento. Anche le foglie secche sono un’ottima coibentazione, sia intorno alla zolla, sia intorno al vaso.
In questo caso, un buon metodo, applicabile anche sul terrazzo, esteticamente non troppo invasivo, è costituito creando una specie di coperta intorno al vaso con cannicciato (le arelle utilizzate per ombreggiare in estate), oppure di fibra di cocco, ben legata con corda, e riempiendo l’intercapedine con foglie e paglia.
Questo metodo può anche essere utilizzato per creare una decorazione intorno ai vasi in modo da vestire il terrazzo o il balcone per Natale.
Un’altra tecnica, esteticamente molto gradevole, ma più complessa, è utilizzata in Giappone: si chiama “wari maki“, parola che in genera identifica una protezione contro la neve e il freddo invernale; è costituito da una serie di cespi di paglia, legati fra loro in modo da formare una piccola piramide sostenuta da un palo centrale intorno ad un arbusto oppure per avvolgere i singoli tronchi: questo creerà una specie di camera d’aria meno fredda e proteggerà anche l’arbusto in caso di neve.
A proposito di tecniche giapponesi, nel prossimo post vi parlerò di un bel libro che sto leggendo.
Tornando ai lavori pratici, se le temperature sono ancora accettabili, è utile affrettarsi ed effettuare un utilissimo trattamento ai tronchi degli alberi, utilizzato nei frutteti.
Il trattamento è costituito dalla cosiddetta “pasta per tronchi”.
Innanzitutto si da una bella spazzolata al tronco dell’albero, con una spazzola di saggina in modo da non ferire la pianta: in questo modo si toglieranno eventuali funghi o nidi di parassiti che si sono infiltrati nella corteccia.
Poi si distribuisce sul tronco, con un pennello, la pasta per tronchi, un preparato che protegge e disinfetta fornendo una protezione ulteriore per tutto l’inverno.
Di “pasta per tronchi” esistono diverse ricette.
Qui ho riportato la ricetta biodinamica di Maria Thun, estratta dal post
http://www.biodinamica.org/2012/12/la-pasta-per-tronchi/
Formula base della pasta da tronchi
(versione da distribuire a pennello – su tronco e rami principali)
- 5,0 Kg di letame fresco vagliato
- 3,0 Kg di Bentonite
- 1,5 Kg di Farina di Basalto (lava fossile)
- 0,5 Kg di cenere (rami buoni)
- 0,5 lt di latticello
- Miscelare con decotto di Equiseto
- Dinamizzare per un’ora, 3 pale, in contenitore in rame, in senso antiorario.
- Densità: spalmabile, tipo crema pasticcera.
(versione spruzzabile – su tronco e rami, evitando fiori e foglie nella stagione vegetativa)
- Diluire 1 Kg di Pasta in 80 lt di Acqua
- Lasciare 1 o 2 giorni
- Filtrare con doppia calza
- Dinamizzare per 20 min.
- Spruzzare
Mentre la versione spalmabile è quella più indicata in questo periodo, quella spruzzabile può essere ripetuta anche in altre stagioni.
Se avete difficoltà a reperire letame fresco, potete ripiegare su un prodotto già pronto, proposto da Antika Officina Botanika, a base di caolino, solfato di potassio, zolfo e silicato di sodio.
http://www.antikaofficinabotanika.it/news-7/Pasta-per-tronchi.aspx
Naturalmente non è altrettanto efficace…
Ovviamente, per questa operazione, scegliete un periodo in cui non sia prevista pioggia per qualche giorno, in modo da permettere alla pasta di penetrare nel tronco e di non essere subito lavata via.
Pronti con secchio, pala e pennellessa?
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