Il calendario cinese è molto più complesso di quello a cui noi siamo abituati. Come il nostro, è un calendario astronomico, basato sia sui movimenti della luna sia di quelli del sole.
Ci sono i mesi lunari che però, per loro natura, sono gradualmente sempre più sfalsati rispetto agli eventi solari, primi fra tutti gli Equinozi e i Solstizi.
Ai mesi lunari, quindi, vengono sovrapposti dei periodi, di quindici giorni l’uno, in cui viene diviso l’anno, e che lo allineano con il movimento della Terra intorno al Sole. A questi periodi vengono dati dei nomi molto poetici, associati alla stagione.
Rispetto alla nostra, molto più grossolana, suddivisione in quattro, rendono molto meglio il variare del tempo e i suoi influssi sui cicli naturali, in particolare quelli vegetali.
Anche le quattro stagioni stesse sono nella tradizione cinese posizionate, a mio parere molto più opportunamente e logicamente, intorno ai quattro eventi (Equinozi e Solstizi).
In questo modo la Primavera ha il suo culmine nell’Equinozio di Primavera, inizia circa un mese e mezzo prima (a inizio Febbraio, quando inizia l’anno cinese) e finisce circa un mese e mezzo dopo (a inizio Maggio).
L’estate comincia a inizio Maggio, culmina nel Solstizio e termina a inizio Agosto.
E così via con Autunno e Inverno.
E’ chiaro che la differenza geografica che, anche all’interno della Cina stessa era molto marcata fra le regioni settentrionali e quelle meridionali, e soprattutto i cambiamenti climatici degli ultimi anni, rendono questi periodi e i loro nomi più che altro dei riferimenti poetici e non delle indicazioni sulle previsioni del tempo.
I lavori agricoli e in giardino si devono quindi basare su una programmazione locale.
Però è indubbio che i macro-eventi astronomici, cioè il movimento e la posizione relativa di Terra, Sole e Luna, hanno un effetto sui flussi delle correnti e sul riscaldamento di aria e acqua, condizionando quindi la meteorologia.
Un ultimo appunto introduttivo: l’inizio dell’anno cinese non è fisso, ma varia leggermente ogni anno anche se si posiziona sempre più o meno intorno al 4 o 5 di Febbraio.
Il periodo indicato qui fa quindi riferimento alle date dell’anno 2012.
Mai come quest’anno questo nome risulta azzeccato.
Pioggia, pioggia e ancora pioggia; ci dobbiamo quindi consolare con l’idea che tutta quest’acqua faccia bene alla crescita delle colture e rappresenti di conseguenza una promessa di abbondante raccolto.
Nel frattempo io sto chiusa in casa (quando non vado a prendere acqua in qualche Mostra-mercato di piante) e guardo l’erba del prato che cresce.
Da qualche anno ho deciso di adottare un approccio al prato da “vivi e lascia vivere”: cerco di limitare le piante dalle foglie più larghe, almeno nelle zone del giardino più propriamente detto, lasciando spazio alle monocotiledoni, di fatto festuca e gramigna.
Ogni tanto taglio e lascio il materiale sul posto, come pacciamatura e concimazione.
Quindi, quando il tempo come adesso è regolarmente caratterizzato da piogge, al più intervallate da un giorno di sole, non sufficiente ad asciugare l’erba per permettermi di passare con il tagliaerba, il mio cosiddetto prato cresce e cresce, riempiendosi di piante di tarassaco in piena fioritura. Le violette invece sono visibili solo nelle zone con la ghiaia, oppure dopo il taglio. Ho delle bellissime violette spontanee, di un viola indaco scurissimo con la gola gialla e azzurre con la gola gialla e quando cammino nella zona delle serre cerco di stare attenta a non calpestarle.
Un anno sono spuntate in mezzo ad un gruppo di iris: l’accostamento delle foglie e di colori era un vero spettacolo.
Invece quest’anno avevo deciso di abbondare con i tulipani, distribuendoli in due o tre zone. Malgrado la pioggia si stanno rivelando decisamente resistenti (anche ai passaggi ripetuti della cagnetta, che sembra apprezzare molto il percorso di salto ad ostacoli preparato per lei…).
Anche il gruppo giallo, dove ho accostato Kerria, Spirea GoldFlame, un nocciolo a foglia rossa, Iris a fiore viola, Hemerocallis e caprifoglio a foglia variegata verde e crema, sta cominciando a dare soddisfazioni.
E malgrado la pioggia e il freddo i biancospini della siepe hanno già iniziato la fioritura.