Mese meraviglioso! pieno di fiori e con i primi frutticini a riprova che le allegagioni sono avvenute e se va tutto bene fra un po’ potremo cominciare a mangiare ciliegie e susine.
Leggetevi la tabella del calendario, ma i lavori veri e propri sono pochi: qualche semina e qualche prima talea (e naturalmente il controllo continuo delle infestanti, ma non c’è bisogno di ripeterlo, vero?)
Possiamo quindi andarcene in giro e ammirare i nostri fiori, le piante cresciute e mature e i nuovi impianti o le divisioni, lavori dell’autunno precedente.
E’ quindi già ora di qualche valutazione critica, per verificare se abbiamo fatto qualche errore o avevamo dimenticato qualcosa.
Potete quindi prendere l’abitudine di tenere un diario; non c’è bisogno che sia preciso e puntuale, ma iniziate a registrare le vostre osservazioni sulle piante, per poter programmare in autunno o in inverno eventuali correzioni oppure per modificare o adattare metodi di potatura e impianto.
Per l’esame critico dei metodi di irrigazione e fertilizzazione è necessario aspettare qualche altro mese.
Io sto ammirando, ogni anno di più, un’aiuola in cui si diffondono le aquilegie: sono un esempio perfetto della combinazione del DNA nelle riproduzioni sessuate e delle caratteristiche genetiche, dominanti o recessive.
Infatti, a partire da una singola piantina, clandestina infiltrata in un vaso insieme a un’altra pianta, nell’arco di 9 anni si è creato un tappeto di piante, tutte nate da seme e quindi dal solo patrimonio genetico dell’antenata, dato che nel giardino non esistevano altre aquilegie.
La progenitrice era, molto probabilmente, una Nora Barlow, dato che in quel periodo lavoravo da Valentina Povero e forma e colore del fiore sono quelli di questa varietà che lei coltiva nel suo vivaio.
La prima generazione ha quindi ricombinato i geni di un solo individuo, ma nel corso degli anni stanno riemergendo caratteristiche nascoste.
Ad esempio i colori, caratteristica più evidente, dal rosa scuro, hanno cominciato a variare verso un porpora cupo, un rosa chiaro e addirittura il bianco.
E poi la forma: i fiori dell’antenata erano doppi e senza speroni; adesso stanno ricomparendo fiori semplici e con gli speroni, evidentemente favoriti nell’impollinazione.
Non vi sembra un modo meraviglioso per ripassare le lezioni di genetica, forse meglio dei piselli e del colore degli occhi delle dorifore di mendeliana memoria?