Se vi ricordate come sono definite le stagioni nel calendario cinese, saprete che, invece di iniziare con gli eventi astronomici (equinozi e solstizi), si sviluppano intorno a queste date.
Quindi, l’estate è centrata sul solstizio del 21 giugno e di conseguenza comincia all’inizio di maggio.
Questa scelta può apparire leggermente incongrua, soprattutto alla luce dello scorso Primo Maggio, caratterizzato dalla neve e da temperature minime decisamente basse, dopo l’illusione della settimana precedente.
Se la osservate invece con la lente dei cicli biologici vegetali, vi rendete conto che per quasi tutte le piante questo è il periodo di culmine della fioritura e di formazione dei frutti a protezione dei semi. Le energie sono dedicate alla riproduzione e non allo sviluppo, e questo è il senso dell’estate.
Ci sono poi casi, quasi estremi, in cui la fase di fioritura e produzione dei frutti precede addirittura quella delle foglie: guardate la foto di questo arbusto di Asimina triloba, pieno di fiori ma con pochissime foglie.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente povertà di questa pianta: matura lentamente e comincia a produrre dopo qualche anno; inoltre ha una profonda radice fittonante e, quindi, odia i trapianti. Ma se le trovate un posto giusto e avete pazienza, dopo qualche anno mangerete dei frutti letteralmente paradisiaci e difficili da trovare in commercio perché devono essere colti perfettamente maturi e la buccia si rovina con facilità.
In giardino (ma anche nei vasi) è possibile valutare le scelte fatte l’autunno precedente per quanto riguarda le bulbose, sia quelle precoci, come bucaneve e crochi, sia quelle più tardive, come gli allium in fiore in questo periodo, passando attraverso anemoni, narcisi, muscari, tulipani, …
Forse vale la pena ricordare che bulbi e tuberi a piantagione autunnale e fioritura primaverile devono essere lasciati in terra dopo la fine della fioritura, fino a completo ingiallimento delle foglie: in questo periodo infatti la pianta recupera attraverso le foglie e le radici la riserva di nutrimento da immagazzinare nel bulbo per il prossimo anno; ricordatevi quindi di fornire un po’ di concime e, se non intendete lasciar le piante a naturalizzare nel terreno, aspettate un po’ prima di svuotare il vaso, riporre i bulbi e piantare qualche pianta estiva.
Diverso il trattamento per gli iris (o le iris? non lo so); indipendentemente dal fatto che siano precoci o tardivi, il momento giusto per la divisione è l’estate (luglio), quando potrete estrarre il rizoma dalla terra, suddividerlo in più porzioni, in modo da lasciare almeno un getto per ciascuna, e ripiantare subito le nuove piantine. Questa operazione non deve essere fatta tutti gli anni, per fortuna, ma solo quando vedete che il cespo è diventato molto grande e tende a fiorire di meno.
Questa tecnica è per me di difficile applicazione, perché io adoro mescolare gli/le iris con altre piante, che facciano loro da tappeto, ma che rendono decisamente più complicato il lavoro di estrazione e divisione.
Vi faccio, ad esempio, vedere qui la foto di una striscia di origano, in mezzo a cui sono stati piantati dei rizomi di iris; non ho ancora dovuto dividerli, ma mi domando come farò fra qualche anno, anche perché l’origano si è esteso e moltiplicato ed è diventato una bellissima tappezzante.
Nota tecnica: la striscia in foto è esposta in pieno sole, ma si trova nel Biellese, a un’altitudine di circa 500mt, e l’inverno è decisamente freddo e nevoso.
Per finire, e per restare in tema di iris, qualche gioiellino:
- una varietà nana di Augusto Bianco (Lomu)
- una gialla e viola che mi sono trovata in giardino
- il fiore di una Iris pallida aureomarginata (scusate la luce, ma era mattina presto)
- un’altra varietà nana di Bianco (Parlapa, se non sbaglio)
E ricordatevi: godere delle fioriture è una grande cosa ma non dimenticate di studiare in modo critico il vostro giardino, per cominciare a ragionare sugli interventi autunnali.